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Cos’è il Languishing e come affrontarlo?

Mentre scienziati e medici lavorano per trattare e curare i sintomi fisici del Covid, molte persone stanno lottando con il loro aspetto emotivo riguardo alla pandemia. Ha colpito alcuni di noi impreparati quando l'intensa paura e il dolore dell'anno scorso sono svaniti lasciando spazio ad un’abitudine rassegnata allo stato di cose.

Come si evince dai report di molti psicologi, nei primi giorni della pandemia è probabile che il sistema di rilevamento delle minacce del cervello, chiamato amigdala, fosse in allerta per combattere o fuggire. Quando poi è stato compreso che le maschere ci aiutano a proteggerci, probabilmente ognuno di noi ha sviluppato routine che hanno alleviato il proprio senso di terrore, ma la pandemia si è trascinata e lo stato acuto di angoscia ha lasciato il posto a una condizione cronica di languore (“languishing”).


Il “languishing” è un senso di stagnazione e di vuoto. È come se ci fosse una perenne confusione nell’organizzare o semplicemente nel vivere il quotidiano, si ha l’impressione di guardare la propria vita attraverso un parabrezza nebbioso.


È il vuoto tra depressione e prosperità: l'assenza di benessere.
Per affrontare il languishing possiamo però applicare alcune strategie:
1. Dare un nome alle nostre sensazioni ed emozioni per comprenderle con consapevolezza
2. Stabilire piccoli obiettivi quotidiani
3. Seguire il flusso ovvero uno stato di abbandono piacevole che proviamo quando siamo completamente assorbiti da qualcosa che ci piace e ci appassiona.


Ricordandoci di “Morire quanto necessario, senza eccedere. Rinascere quanto occorre da ciò che si è salvato” (Wislawa Szymborska).

Monica Fornelli

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