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Una giornata che ognuno di noi si porta dentro come un marchio a fuoco, come una ferita rimarginata i cui contorni ci riportano alla memoria eventi impastati con impegno, tenacia e sangue.


Nelle classi di I livello della Melo abbiamo letto alcuni passi tratti dal libro “ti racconteró tutte le storie che potrò” scritto dalla signora Agnese Borsellino, la moglie.


Tra le sue pagine si legge il “cuore” della signora Agnese e viene fuori la dolce e determinata grandezza unica e inimitabile del compianto magistrato.
Nel racconto, voluto fortemente dalla moglie che ha voluto utilizzare gli ultimi mesi della sua vita per lasciare dietro di sé ricordi indelebili di una vita trascorsa accanto al suo e nostro “eroe”, pian piano impariamo a conoscere l’uomo, marito e padre affettuoso, attento, generoso e indimenticabile.


Un libro delicato che ci accompagna nella quotidianità non sempre facile di un uomo che ha saputo rendere grandi valori quali: coraggio, responsabilità del proprio ruolo, generosità nel darsi, impegno profuso con entusiasmo e amore incondizionato.


Ecco i passaggi si cui ci siamo soffermati con i nostri corsisti:
“Era un uomo che cercava la verità. Mi disse: dove non c’è verità non c’è giustizia. E poi aggiunse: La giustizia lenta è un’ingiustizia per la società.”

 

“E’ in quei giorni che Paolo mi ripete: E’ normale che ci sia la paura in ogni uomo. Ma l’importante è che la paura sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna mai farsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che ti impedisce di andare avanti.”

 

“Oggi, purtroppo, dinanzi alle difficoltà e alle avversità della vita, la società si arrende, si lascia aggredire dalla depressione, si prendono strade perverse e si diventa vittime delle debolezze umane.”

 

“E’ un rituale che gli ho visto fare parecchie volte in quegli anni. Vestirsi di corsa e andare da solo sul luogo dell’ultima tragedia. Senza dire una parola. Non tanto per iniziare le prime indagini, piuttosto perché sperava sempre che l’amico, il collega, si fosse salvato dai colpi terribili della mafia.”
Ne è seguita una discussione molto interessante; le riflessioni benché semplici e screziate da una certa ovvietà hanno dato dimora a parole accorate, espresse di pancia con quello sguardo chiaro e volitivo di chi ancora crede che tutto sia possibile e che l’esempio sia sempre e comunque da emulare per il bene di ciascuno e della collettività.

 

Monica Fornelli

borsellino

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